Il riconoscimento del diritto dei Biologi lombardi ad eseguire prelievi venosi e capillari rappresenta una delle tappe più significative per la professione. Dopo oltre vent’anni di attesa, infatti, è stato formalmente sancito che i Biologi, in possesso di regolare iscrizione all’Albo e di una specializzazione attinente alla disciplina di laboratorio, possano svolgere acquisendo le competenze teoriche e pratiche necessarie per svolgere questa attività.
Un risultato che ha aperto nuove prospettive occupazionali e professionali, restituendo dignità e centralità a un ruolo da sempre strategico per la salute pubblica. Proprio il Presidente Rossetto si occupò di questa attività. La deliberazione regionale che ha reso possibile tale riconoscimento ha permesso di colmare un vuoto normativo e di riportare i Biologi lombardi all’interno di un percorso non scontato, che ancora oggi non viene riconosciuto ai Biologi in tutte le regioni d’Italia.
A partire da questo atto, l’Ordine dei Biologi della Lombardia ha avviato un’intensa attività formativa, grazie al presidente Rudy Alexander Rossetto, alla vice presidente Marzia Bedoni ed al protocollo d’intesa stilato con la Fondazione Don Gnocchi onlus, organizzando corsi specifici che hanno registrato un altissimo numero di adesioni. I professionisti coinvolti hanno potuto acquisire le competenze teorico-pratiche certificate necessarie, grazie a percorsi che hanno unito formazione a distanza, simulazioni e training sul campo presso strutture sanitarie pubbliche e private accreditate.
Non posso che esprimere la mia totale soddisfazione innanzi a tale conquista per i Biologi in una regione ove per 20 anni era stata negata tale attività. Oggi il Presidente Rossetto è al lavoro con Regione Lombardia per ottenere, per quanto riguarda gli specializzati in “Scienza dell’alimentazione” (durata 4 anni), “Farmacologia e Tossicologia Clinica” (durata 4 anni), l’autorizzazione a poter svolgere tale attività.
Nel frattempo, i Biologi in possesso di queste due ultime scuole di specializzazione, al momento, si sono potuti iscrivere e frequentare il corso ma non potranno comunque svolgere tale attività fino alla formalizzazione di atti deliberativi da parte delle istituzioni preposte. Un passo in avanti che consentirà ai Biologi lombardi ulteriori possibilità occupazionali e ai Biologi titolari di strutture di laboratorio di poter provvedere all’esecuzione dei prelievi ematici.
Il successo delle prime edizioni ha confermato quanto fosse sentita l’esigenza di questo riconoscimento. Oggi i Biologi lombardi possono operare con maggiore completezza e autorevolezza, offrendo un contributo concreto alle strutture sanitarie e ai cittadini, in un contesto che richiede sempre più figure qualificate e capaci di rispondere con professionalità alle nuove sfide della salute.
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