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Decreto PA bis, Rossetto (OBL): “No a figli e figliastri. Estendere anche ai Biologi quanto previsto per i Chimici”

di admin
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A chi figli e a chi figliastri” recita il celebre detto. Mai frase del genere fu più triste se applicata alle professioni sanitarie. Sì, perché, costa non poco dirlo, nel nostro Paese si continua a perpetuare lo scomodo costume di operare a favore di taluni dimenticandosi dei diritti degli altri. E’ di queste ore la lodevole nota del presidente della FNOB, sen. Vincenzo D’Anna a favore dei Biologi e di tutti quanti gli altri professionisti in “camice bianco” che operano nelle Arpa o nelle strutture del SSN. Motivo del contendere: l’esame, alla Camera dei Deputati, del Decreto Pubblica Amministrazione bis al cui interno, tra le tante altre misure di interesse sanitario, spicca la disciplina transitoria che riguarda i requisiti di accesso ai concorsi per la dirigenza chimica. Ebbene, cari amici, tale disciplina, andando a modificare la legge Lorenzin, stabilisce che, fino al 31 dicembre 2025, l’aver maturato, sei mesi prima della scadenza del bando, almeno tre anni di servizio anche non continuativo, con contratti a tempo determinato o indeterminato, con esercizio di funzioni proprie della professione sanitaria di Chimico presso le Agenzie per la protezione dell’Ambiente (Arpa) o presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale  (vedi AT/ASST), possa valere come requisito d’accesso in alternativa alla specializzazione nella disciplina oggetto del concorso. Capita l’antifona? Il quesito che pone il nostro presidente nazionale è di quelli chiari e lampanti, direi addirittura scontato in un Paese che realmente vuole dirsi civile e democratico: “perché quanto previsto per i Chimici non viene esteso anche ai Biologi ed a tutti quanti gli altri professionisti sanitari che operano nelle Agenzie regionali per l’Ambiente e nel SSN?”. Perché, insomma, non la si finisce, una volta e per tutte, con questa politica del “particolare”? La questione posta investe, non poco, anche la vasta platea dei Biologi lombardi e quella che ci troviamo davanti rappresenta un’opportunità unica per la nostra straordinaria professione. Un’occasione storica per i tanti nostri colleghi che lavorano nelle Agenzie regionali per l’Ambiente, nelle Agenzie di Tutela della Salute e nelle Aziende Socio Sanitarie Territoriali. Ecco perché sposiamo, facciamo nostro e rilanciamo con forza, a tutti i livelli di nostra competenza (Regione Lombardia ed Enti locali), l’appello del presidente D’Anna. Il nostro intervento è non solo necessario, ma addirittura indispensabile per eliminare l’ingiustizia di una misura, quella prevista nel Decreto PA bis, che ci vedrebbe danneggiati a scapito dei colleghi Chimici con i quali, spesso, ci troviamo a competere per i medesimi ruoli quando, invece, si dovrebbe collaborare per l’esclusivo interesse della collettività. Da qui dunque anche il nostro appello rivolto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a quello della Salute, Orazio Schillaci, al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, all’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso ed alla presidente della III Commissione Sanità, Patrizia Baffi, affinché ciascuno, in base al proprio ruolo, intervenga e solleciti la fine di una tale, iniqua forma di distinzione a dir poco immotivata, sotto tutti i profili, nell’ambito della stessa categoria di professionisti sanitari. Perché fare “figli e figliastri” non è di certo un tratto distintivo positivo per l’opera di un governo. A prescindere dal suo colore politico.

Dott. Rudy Alexander Rossetto
Presidente Ordine dei Biologi della Lombardia

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