L’obesità è diventata ufficialmente una priorità nazionale. Con l’approvazione della Legge 149/25, la prima normativa italiana dedicata alla prevenzione e alla cura di questa condizione cronica, si apre una nuova fase per le politiche sanitarie del Paese. In questo quadro si colloca il Convegno “Obesità, la svolta necessaria. Riconoscerla, prevenirla, curarla”, promosso dal Sen. Giovanni Satta, membro della Commissione Sanità e relatore della legge al Senato, e organizzato da Radio Parlamentare, con la collaborazione con Unika Ricerca & Salute, il provider nazionale guidato dal CEO Giorgio Caruso, che per l’occasione ha voluto riconoscere gratuitamente quattro crediti ECM ai medici partecipanti, a conferma dell’importanza formativa dell’appuntamento.
Ospitato nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, il convegno ha riunito alcune tra le voci più autorevoli del panorama scientifico, accademico e sanitario italiano.
A introdurre e moderare i lavori è stata Cristina Del Tutto, CEO & Founder di Radio Parlamentare, curatrice del programma della giornata, che ha avuto il merito di costruire un panel realmente multidisciplinare, mettendo a sistema approcci diversi e competenze complementari. Nel corso dei lavori ha saputo favorire un confronto dinamico orientato alle ricadute operative della nuova legge, dando voce a prospettive differenti ma complementari.
Tra gli interventi centrali, quello del Dott. Rudy Alexander Rossetto, Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, che in questa occasione ha anche ricoperto il ruolo di Responsabile Scientifico dell’iniziativa.
Il Presidente Rossetto ha evidenziato tre snodi fondamentali per mettere a terra una prevenzione davvero efficace contro l’obesità. “Serve una cabina di regia multidisciplinare, formata da Biologi nutrizionisti, psicologi, medici e assistenti sociali, che costruisce percorsi personalizzati e coordinati. Il paziente deve essere accompagnato dal punto di vista psicofisico e psicosociale”, ha affermato il Presidente Rossetto, evidenziando altresì come non sia sufficiente affrontare l’obesità come un problema esclusivamente alimentare o legato allo stile di vita.
Rossetto ha poi sottolineato come un’altra questione rilevante sia la disinformazione diffusa che riguarda questa patologia. “Esiste tanta informazione ormai, ma anche tanta confusione”, ha dichiarato, “una confusione che alimenta falsi miti, come la credenza che chiunque possa creare diete o improvvisarsi nella gestione di questo problema”.
Secondo Rossetto, “servono quindi strategie educative nelle scuole e nelle famiglie, screening precoci e campagne di sensibilizzazione che possano raggiungere i cittadini nelle loro dimensioni quotidiane”.
Infine, il Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia ha ricordato che l’obesità e il sovrappeso rappresentano non soltanto un problema sanitario, ma anche un fenomeno socio-economico e culturale. Non investono esclusivamente l’ambito della salute, ma incidono su molteplici aspetti della società contemporanea. “Mangiare sano oggi costa. Serve un cambio di paradigma che renda accessibili a tutti scelte alimentari di qualità, coinvolgendo anche le aziende nella promozione di modelli virtuosi. È fondamentale agire subito con una visione condivisa e precisa che possa guidare il progetto”.
Il dialogo con il Prof. Sarro e il Dott. Fintini: il ruolo dei centri specializzati e dell’integrazione tra professioni
Uno dei momenti centrali del convegno è stato il confronto tra il Dott. Rossetto e il Prof. Giuliano Sarro, Direttore dell’Unità operativa in Chirurgia Bariatrica Istituto San Gaudenzio di Novara.
Il Professore ha illustrato l’evoluzione del trattamento chirurgico dell’obesità, sottolineando che “la chirurgia bariatrica può essere efficace solo se integrata in un percorso che coinvolga Biologi nutrizionisti e psicologi. Senza queste figure, l’intervento rischia di diventare un fallimento”.
A partire da questo spunto, Rossetto ha evidenziato la necessità di rafforzare i PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali), approfonditi poi con il Dott. Danilo Fintini, Dirigente medico UOC di Endocrinologia e Diabetologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e di diffonderli in modo capillare, osservando come “in Lombardia esistano già modelli aggiornati, ma se nessuno li conosce è come non averli. Bisogna divulgarli e farli crescere, fino a farne un sistema nazionale”.
Nel corso del confronto, Fintini ha sottolineato che presso la loro struttura esiste una lista d’attesa di circa otto mesi per l’accesso ai PDTA, evidenziando come questo dato, pur riflettendo l’eccellenza e la forte richiesta del centro, indichi anche una criticità di sistema. Rossetto ha riconosciuto il valore del lavoro svolto al Bambino Gesù, definendolo un modello da seguire, ma ha ribadito che otto mesi di attesa non sono accettabili: non per colpa dei professionisti, ma per la mancanza di centri dedicati sufficienti sul territorio.
Fintini ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di incrementare la presenza di Biologi nutrizionisti negli ospedali, sottolineando che la loro figura è fondamentale per garantire un approccio realmente multidisciplinare. Rossetto ha condiviso pienamente questa visione, ricordando che l’Ordine dei Biologi sta portando avanti da tempo una battaglia per ampliare i bandi e favorire un maggiore inserimento dei Biologi nutrizionisti nei percorsi clinici e ospedalieri.
L’urgenza quindi è quella di sviluppare reti di centri dell’obesità accessibili e integrati, nei quali la collaborazione tra professionisti diventi la regola e non l’eccezione.
Il contributo del Prof. Stuppia: la genetica come chiave di personalizzazione
Altro passaggio di rilievo è stato il dialogo tra Rossetto e il Prof. Stuppia, Rettore dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, che ha introdotto il tema della genetica come fattore determinante nella predisposizione all’obesità.
Il professore ha presentato uno studio condotto presso l’Università di Chieti, che ha individuato il ruolo del gene FTO nel modulare la risposta individuale alla dieta e all’attività fisica: “Abbiamo scoperto che nelle persone con varianti obesizzanti la sola dieta non basta: serve associare l’attività fisica. Conoscere la genetica permette di adattare gli interventi in modo mirato e più efficace”.
Rossetto ha evidenziato quindi l’importanza di rendere accessibili questi strumenti, sottolineando che “lo screening genetico può diventare una risorsa preziosa nella prevenzione, se integrato nei percorsi clinici e nella formazione dei professionisti”.
Dalla discussione è emersa una visione condivisa: la medicina personalizzata rappresenta il futuro della lotta all’obesità, ma richiede sinergia, formazione e risorse dedicate.
Il confronto con il Dott. Russo: innovazione e sostenibilità
Nella parte finale della mattinata, il Dott. Rossetto ha interloquito con il Dott. Russo, Direttore Tecnico Scientifico dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), affrontando il delicato tema della sostenibilità economica delle nuove terapie anti-obesità.
Rossetto ha posto una domanda chiave: “Cosa accadrà quando i nuovi farmaci diventeranno economicamente accessibili a tutti? Come possiamo garantire un equilibrio tra equità e sostenibilità?”.
Il Dott. Russo ha evidenziato la complessità della questione, osservando che “non possiamo pensare di ampliare indiscriminatamente l’accesso senza una valutazione razionale. È necessario bilanciare innovazione e sostenibilità, costruendo percorsi che garantiscano appropriatezza d’uso e impatto sostenibile sul Servizio Sanitario Nazionale”.
Un confronto che ha messo in luce la necessità di una governance sanitaria attenta e proattiva, capace di gestire in modo integrato le sfide poste dai nuovi trattamenti farmacologici.
Dialogo istituzionale con l’On. Pretto: prevenzione, screening e responsabilità condivise
Nel corso del dibattito, la moderatrice Cristina Del Tutto ha aperto un confronto diretto con l’Onorevole Erik Umberto Pretto, sottolineando la necessità di dare continuità alle misure previste dalla recente legge e di tradurre in azioni concrete i principi del provvedimento. “Si tratta di una patologia multifattoriale che richiede sinergia tra diverse competenze ed esperienze”, ha evidenziato, “e un impegno costante in termini di formazione, informazione e divulgazione. Serve intervenire anche sui più giovani, con un’adeguata responsabilizzazione delle famiglie”.
A questo proposito è intervenuto il Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, Dott. Rudy Alexander Rossetto, richiamando l’importanza di una strategia nazionale di prevenzione e di un piano di screening sistematico. “Mancano screening importanti oltre che campagne divulgative” ha spiegato. “Una campagna sulla nutrizione come si deve non la vedo forse dal 2010-2012. Sarebbe necessario ripartire da qui, con azioni concrete e coordinate, per fornire dati epidemiologici aggiornati e intervenire precocemente”. Rossetto ha inoltre ricordato come l’assenza di strumenti di monitoraggio diffusi renda difficile quantificare il fenomeno e programmare interventi mirati, proponendo la ripresa di iniziative di sensibilizzazione pubblica anche attraverso canali televisivi e scolastici.
Nel suo intervento, l’On. Pretto ha accolto con favore le proposte emerse, ribadendo che il riconoscimento dell’obesità come malattia rappresenta “un punto di partenza essenziale per costruire percorsi efficaci di prevenzione e cura”. Ha sottolineato l’importanza della collaborazione con le Regioni, soprattutto laddove le strutture funzionano bene e possono attuare sinergie efficaci, e la necessità di investire in percorsi educativi nelle scuole, affiancando però anche il sostegno alle famiglie. “Oggi la nostra società”, ha aggiunto, “manca di punti di riferimento stabili, e questo può essere pericoloso durante l’età evolutiva. Per questo la prevenzione è un investimento lungimirante, che deve coinvolgere il maggior numero possibile di istituzioni”.
La riflessione si è poi estesa alle disuguaglianze territoriali e sociali, come ricordato da Cristina Del Tutto nella sessione pomeridiana: “Non si tratta solo di disparità di accesso ai servizi, ma anche di un problema di ceto. In un contesto in cui il ceto medio si assottiglia e la povertà cresce, l’accesso alle cure non può essere dato per scontato. È necessario partire da una consapevolezza reale del Paese, per non limitarsi a buone intenzioni ma costruire risposte attuabili”.
La seconda parte del convegno: alimentazione, sport e nuove prospettive di legge
Nel pomeriggio, il dibattito è proseguito con una tavola rotonda che ha riunito esperti di discipline diverse, tra cui la Prof.ssa Giorgia Spigno, Direttrice del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una Filiera Agro-Alimentare Sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Dott. Daniele Di Pauli, psicologo e psicoterapeuta esperto in obesità e disturbi del comportamento alimentare, il Dott. Marco Giorgetti, General Manager di MV Medical Solutions, il Dott. Rudy Alexander Rossetto, il Dott. Giampiero Patrizi, Past President della SIC Sport, la Dott.ssa Natalia Malara, oncologa e docente presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, e il Dott. Walter Marrocco, Responsabile Scientifico FIMMG.
Il confronto ha permesso di esplorare il tema dell’obesità da prospettive complementari: dall’impatto dei cibi obesogeni e delle produzioni alimentari industriali alla necessità di promuovere educazione alimentare e igiene degli alimenti, fino alle ricadute sociali della patologia, che colpisce con maggiore incidenza le fasce economicamente più fragili. Ampio spazio è stato dedicato anche all’importanza dell’attività fisica come strumento di prevenzione e al ruolo della cardiologia dello sport nel monitoraggio dei pazienti a rischio.
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata alla nuova Legge sull’Obesità, incentrata sulla sua concreta attuazione e sulle prospettive future del sistema sanitario. A tirare le fila del confronto è stato il Senatore Francesco Zaffini, Presidente della Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato e Previdenza Sociale, che ha ribadito la volontà delle istituzioni di tradurre il riconoscimento normativo in un modello operativo realmente efficace e sostenibile.
Un messaggio comune: educazione, sinergia, visione condivisa
Dalle diverse voci intervenute è emerso un messaggio univoco: la “svolta necessaria” invocata dal titolo del convegno non può limitarsi a una riforma normativa, ma deve tradursi in un cambio culturale e operativo. Serve una visione condivisa che unisca politica, ricerca, professioni sanitarie e cittadini in un percorso di consapevolezza, prevenzione e cura personalizzata.
In questo senso, l’Ordine dei Biologi della Lombardia, attraverso l’impegno del suo Presidente, continua a promuovere buon senso scientifico, formazione qualificata e collaborazione interdisciplinare, contribuendo in modo concreto a costruire un modello di salute pubblica più giusto, integrato e sostenibile.
Il Presidente e tutto l’Ordine ringraziano di cuore gli organizzatori dell’evento e tutti i partecipanti che, con il loro contributo, hanno reso possibile un confronto interessante e costruttivo.
Un ringraziamento speciale va anche a Cristina Del Tutto per il supporto logistico e operativo.
Leggi i seguenti articoli per approfondire il tema:
- Lotta all’Obesità: La Camera dei Deputati approva il DDL per la cura e la prevenzione;
- Aggiornamento sull’Audizione al Tavolo Interconsiliare “Diabete, Obesità e Stili di Vita” – Regione Lombardia;
- Radio Parlamentare | Speciale Obesità – Intervista al dott. Rudy Alexander Rossetto;
- Biologi lombardi in prima linea contro diabete e obesità.





