Il TAR del Lazio ha annullato il nuovo tariffario nazionale per le prestazioni assistenziali ambulatoriali adottato con Decreto Ministeriale 272/2024, accogliendo i ricorsi promossi da U.A.P. (Unione Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata) insieme ad A.N.M.E.D., Aiop Sicilia e altre associazioni assistite da diversi studi legali. La decisione rappresenta, secondo le parti ricorrenti, un momento di rilievo per la tutela della qualità delle cure e per la trasparenza dell’azione regolatoria.
Motivi principali dell’annullamento
Il Collegio giudicante ha rilevato gravi profili di illegittimità tecnica e procedurale nel testo del decreto. In particolare il TAR ha censurato:
- Difetto di istruttoria e di motivazione: il provvedimento non avrebbe adeguatamente spiegato le scelte tariffarie adottate; le tariffe definite risultano mediamente inferiori di circa il 25% rispetto al nomenclatore Balduzzi (2012), nonostante alcune realtà regionali (Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia) presentino tariffari mediamente più elevati.
- Campione non rappresentativo: è stata contestata la mancanza di chiarezza sui criteri di selezione delle strutture utilizzate per la rilevazione (assenza di distinzione tra strutture pubbliche e private e assenza di dati sui costi raccolti).
- Uso di dati obsoleti: il decreto avrebbe fatto riferimento a basi dati datate (oltre cinque anni), in violazione dell’obbligo normativo di aggiornamento con cadenza triennale.
- Mancato rispetto delle linee guida Agenas (2022 e 2024): non risulterebbe effettuata una verifica tecnico-economica dei tariffari regionali di riferimento né un’analisi di congruità rispetto alle raccomandazioni Agenas.
La posizione di U.A.P.
La Dott.ssa Mariastella Giorlandino, Presidente di U.A.P., ha definito la sentenza “un risultato storico”, sottolineando che la tutela riguarda in primo luogo i cittadini e i pazienti, titolari del diritto a cure di qualità fondate su criteri trasparenti e scientifici. U.A.P., che rappresenta oltre 27.000 strutture, ha dichiarato di non essersi limitata alla contestazione giuridica: è stata infatti presentata al Ministero della Salute una proposta di revisione del nomenclatore basata su elementi tecnici solidi e, in alternativa, è stata suggerita l’adozione del nomenclatore della Regione Lombardia, indicato come già operativo e consolidato. U.A.P. si è inoltre resa disponibile a partecipare a un tavolo tecnico finalizzato a tradurre il lavoro metodologico in tariffe eque e sostenibili.
Implicazioni e prossimi passi
La pronuncia del TAR, che dà ragione a UAP, riafferma l’esigenza che le riforme tariffarie siano sorrette da metodologie trasparenti, dati aggiornati e verifiche tecnico-economiche. L’esito chiarisce, inoltre, un diffuso equivoco: i rimborsi destinati ai privati accreditati non costituiscono risorse aggiuntive, ma gli stessi fondi riconosciuti agli ospedali pubblici.
La decisione apre la strada a una fase negoziale tra istituzioni e rappresentanze delle strutture erogatrici, finalizzata a definire criteri condivisi che tutelino la sostenibilità economica, la qualità delle prestazioni e i diritti dei pazienti. L’invito esplicito delle parti è a costruire percorsi regolatori basati su rigore scientifico e partecipazione tecnica, evitando soluzioni calate dall’alto prive di adeguata istruttoria.
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