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Anelli “La sfida di oggi è integrare la tecnologia nelle cure”

di Ufficio stampa
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ROMA (ITALPRESS) – “La sanità sta attraversando una fase di criticità strutturale correlata alle difficoltà della finanza pubblica, ma anche a difficoltà legate ai processi di digitalizzazione, che hanno una loro ambivalenza: portano efficienza e rapidità, ma costringono cittadini e operatori ad adeguarsi a nuovi standard. È naturale che emergano dubbi e incertezze”, ma questo “non deve spaventarci. Il problema non è la tecnologia in sé, ma il modo in cui la integriamo nella cura”. La sfida è “non lasciare che la tecnologia diventi un muro, ma farne un ponte”. Così Filippo Anelli, presidente Fnomceo, aprendo il convegno “La scienza medica al servizio dell’umanità”, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, oggi e domani a Roma. “La soluzione è un cambio di paradigma: il passaggio da una visione riduzionista a una visione sistemica. Non più la scienza che interviene sull’organo, ma quella che si prende cura della persona nella sua interezza, inserendo anche il benessere psicologico come endpoint primario del processo di presa in carico, cura e servizio della persona”, spiega Anelli, sottolineando anche l’importanza dell’informazione.

“Servire la scienza significa proteggerla dalle semplificazioni, dagli slogan, dalle scorciatoie comunicative. L’innovazione tecnologica sta scavando nicchie di sfiducia nella popolazione e, per quanto tali posizioni siano minoritarie, rimangono comunque amplificate dall’accesso ai media e ai social media, generando confusione. E non sono tanto le fake news a generare problemi. Sono le mezze verità: quel mondo complesso che mescola ad arte informazioni corrette e conclusioni sbagliate, generando dubbi, sfiducia, senso di abbandono. Essere di servizio significa trovare tempo e modo per raccontare l’evoluzione della medicina con parole semplici ma non banalizzanti”, ribadisce.

“Il medico – conclude Anelli – è chiamato a servire il cittadino, la persona, la dignità del suo sapere e lo stato dell’arte delle conoscenze mediche” e “la cura è prima di tutto relazione, fiducia, presenza. È spirito di servizio inteso come atto di libertà che rende il medico libero di esercitare con gioia la professione che ha scelto e la missione che si è dato”.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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